La pelle è un organo molto esteso, indispensabile, complesso ed avvolge tutto il nostro corpo. Ci protegge dalle aggressioni esterne ad esempio radiazioni ultraviolette, alterazioni termiche, danni chimici, traumi meccanici e l’invasione dei germi patogeni.
Il sistema cutaneo ha diverse funzioni:
- Sensoriale;
- Escretive;
- Termoregolatrice;
- Di assorbimento;
- Sintetizzatrice della melanogenesi;
- Immunitaria.
La pelle è soggetta a lesioni per traumi o per interventi chirurgici e questo comporta l’instaurarsi di una risposta fisiologica di guarigione, visto che il corpo umano è in grado di avviare una serie di cascate metaboliche atte a recuperare la funzione del tessuto che ha subito un trauma, terminando con la creazione di un’area cicatriziale.

Cosa accade se questi processi vengono alterati?
La cicatrice può orientare i processi di guarigione verso un ambiente non fisiologico, determinando la presenza di una cicatrice ipertrofica o un cheloide, con una diversa patogenesi.
Come si arriva però, al provocarsi di una sofferenza a carico della colonna vertebrale?
La cute manda e riceve segnali in continuazione: nello stesso modo si comportano le cicatrici.
Il problema sorge quando questi messaggi provengono da situazioni patologiche verso il sistema nervo – psico – endocrino – immunitario e da come, di conseguenza, verranno gestite le risposte di ritorno.
Le situazioni patologiche insorgono quando l’area cicatriziale diventa fonte di afferenze ed efferenze non fisiologiche.
La cicatrice patologica può essere considerata un vero e proprio corto circuito del nervo, in grado di disturbare grandi sistemi di trasmissione delle informazioni nell’organismo.
Per cui le cicatrici patologiche – disfunzionali – attive, se non correttamente individuate e trattate, possono squilibrare l’organismo a vari livelli, come:
- POSTURALE
- MUSCOLO FASCIALE
- LINFATICO
- ENERGETICO
- ENDOCRINO E METABOLICO
- PSICOLOGICO.
Le lesioni cutanee post-intervento o post traumatiche andrebbero sempre controllate e, se necessario, trattate precocemente per aiutarne la guarigione; bisogna tener presente che una ferita può impiegare anni a formare e modellare completamente una cicatrice.
Come si capisce se una cicatrice è patologica o meno?
Per comprenderlo bisogna partire da una anamnesi. Bisogna capire se essa deriva da un trauma o da un intervento chirurgico, e creare un’idea il più chiara possibile sulla sua storia. Per ricevere tutte queste informazioni bisogna parlare con il paziente e porgli le giuste domande.
Si passa poi, una volta eseguita l’anamnesi, all’esecuzione di diversi test, i cosiddetti Test Kinesiologici. Alcuni di questi sono il Test dei Rotatori, il Test di Thomas, un Test Forza e un Test della VAS.
Una volta riscontrato della presenza di una cicatrice attiva, dato che non hanno la stessa elasticità della pelle originariamente integra, bisogna intervenire.
E’ abbastanza frequente che la zona interessata dalla cicatrice sia soggetta a infiammazioni oppure a problemi funzionali, che incidono sulla postura scorretta, provocando mal di schiena.
La cicatrice può anche innescare una trazione che finisce per avere ripercussioni sui tessuti sottostanti, quali: la fascia connettivale; le fibre muscolari; vasi e nervi.
Gli esami clinici posturali permettono di valutare con chiarezza l’interferenza provocata dalla cicatrice e, sulla base di tale valutazione, viene stabilita la terapia più adeguata.
Tutto questo presso il mio studio viene svolto con professionalità, accuratezza, attraverso il metodo Postura Agile, ideato da Sprintit. Un metodo che permette di trovare il riequilibrio posturale valutando tutti i recettori del corpo.
Ogni volta che entro in contatto con un nuovo paziente, come prima cosa organizzo una consulenza dove insieme scopriamo cosa sta causando il dolore. Senza di essa per me sarebbe impossibile scoprire l’origine del suo mal di schiena – come del resto è impossibile farlo a tutti i terapisti che non seguono un’indagine approfondita sulla causa del dolore fisico.
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Bibliografia:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19524851/